Friday, June 20, 2008
Monday, June 16, 2008
Thursday, June 5, 2008
apri il tuo pugno chiuso dove tenevi le cose più preziose,
e dentro poche briciole stanno a dirti che è tempo di rialzarsi,
camminare, notare che di continuo la notte diventa giorno,
e il giorno finisce inesorabile, con la sera.
Avrei potuto parlare d'amore, d'amicizie, di particolari affetti,
avrei potuto sfiorare l'idea di baciare un paio di labbra,
sarei potuto partire prendendo la strada maestra, e tornare per mezzogiorno.
Eppure, senza lacrime da far cadere e senza parole da spendere,
ho deciso di restare, e scavare con le mani, cercando qualche suono da ascoltare,
che forse non esiste, che forse dovrò inventare.
E allora camminerò, affinché le mie gambe si possano spezzare sotto il peso del mio esile corpo,
affinché le mani e le braccia scarne possano afferrare la terra e permettermi di strisciare,
sino alla sera quando tutto si oscura,pensare,
alle parole che non potrò mai dire, agli sguardi che non potrò sostenere,
e ad un rifugio, in cui nascondere la testa, sinché il mattino faccia
da sipario al nuovo giorno.
SS, 27 05 2008
Wednesday, March 26, 2008
profetico e commovente...
Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas:
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."
Tuesday, March 18, 2008
Manca ancora molto alla realizzazione seppure pallida, di questo dinamismo di cose.
E' ancora un guaio essere donna (con pancia...), è una disgrazia avere una diversità fisica, è assolutamente scoveniente avere pensieri diversi e antiattuale essere di fede differente.
Friday, February 8, 2008
E' sempre molto attuale...
lettera alla FAMIGLIA nel giorno più triste...........
Senza rancore partigiano, senza alcun senso di nevrotica rivendicazione del possesso di verità imprescindibili e per questo indiscutibili…
Così vorrei fossero comprese le mie parole e i contenuti dei miei ragionevoli dubbi.
Ma questo non è il tempo della mediazione, della tolleranza, del rispetto…ho come l’intuizione interiore e la speranza, che verranno tempi migliori: tempi di incontro e dialogo, tempi di non sopportata convivenza tra gli individui ma di serena apertura delle menti…ma oggi non è quel tempo.
Ho trent’anni: sono quasi del tutto conforme ai canoni stabiliti dagli istituti di analisi statistica, sono socialmente “normale”, moderatamente intelligente, assolutamente presente a me stessa nel percepire la realtà in cui vivo. Allora chiedo: spiegatemi, con semplicità, a che serve una cosa chiamata “family day”?
Partiamo dal nome:
Niente di più stucchevolmente stridente con ciò che immagino esprima la famiglia. Una etichetta di globalizzata apertura al moderno…ma avete pensato che fa rima con “gay pride”?, in fondo non è difforme da molte manifestazioni pseudo-serie che si intercalano periodicamente nel mondo occidentalizzato, per affermare diritti spesso nella sostanza oggettivamente distanti.
Io protesto per questo.
Passiamo alla forma:
Chi ci sarà? La famiglia con le carte in regola, i non separati, i non divorziati, i non conviventi, i casti, i giusti, chi non è mai stato infedele, chi non ha mai tradito, in pratica una non-famiglia…forse saranno molto pochi se queste istanze sono vere. A marciare per dire no a tutto ciò che non è famiglia, che non può autodefinirsi tali e non deve avere la pretesa di farlo.
Io protesto per questo.
Fermiamoci sulla sostanza:
Rendersi visibili, andare in piazza, contro qualcosa che offende l’istituzione in cui si crede di più: contro tutto ciò che arreca in fondo una paura terribile.
La paura nasce dal rifiuto della conoscenza. Chi non conosce, dubita, chi dubita senza sforzarsi di conoscere, crea mostri. In questo caso edifica anche molto bene, i propri alibi, funzionali a giustificare un fallimento evidente di tutto quello che poteva proteggere la famiglia e invece l’ha resa solo insana e disfunzionale.
La politica ha fallito: spesso, ma non solo, proprio quella integerrima DC, di ispirazione cristiana che ha fissato nella gestione della cosa pubblica i principi del malcostume, a dispetto di interventi verso chi ,famiglia, è più debole perché monoreddito, perché residente in quartieri malavitosi dove le istituzioni sono fortemente concusse con organizzazioni parastatali. La politica ha fallito, quando non interviene davanti a madri con figli si, ma senza asili, senza protezioni quando, perché incinte, perdono il lavoro. La politica che non si fa carico del problema cruciale di non possedere una casa, e ancora di più, alla soglia dei trent’anni, un lavoro, ha fallito: avete fallito insigni politici del family day!
Questo nuoce alla famiglia, nuoce al singolo, alla sua salute fisica e psicologica. Questo svilisce le nuove generazioni!
Ecco, io protesto per questo!
La chiesa di Roma ha fallito: lo ha fatto quando amministra il sacramento del Matrimonio a coppie che di fatto non hanno una vita spirituale matura. Ma per esempio, non è colpa dei giovani se il Battesimo si impartisce sempre più spesso a bambini che sono , non i figli di coppie non-sposate e per questo meno degni, ma i figli di genitori che non aderiscono prima di tutto per sé stessi, a una forma di vita evangelica. Ci vorrebbero parroci più coraggiosi e infinitamente più colti forse, per rendere la Parola di Dio autentica e vicina alla vita della gente.
La chiesa ha fallito quando crede che la famiglia sia solo quella di “Roma” e mai quella dell’Africa nera o del più profondo Sud America…e’ un’istituzione lontana dal Sud del Pianeta!
Protesto per questo!
E poi abbiamo fallito anche noi: agiati, ben pensanti, ebbri di certezze, poco misericordiosi, prodotti terminali di un sistema di consumi che ci ha inaridito il cuore e ucciso la santa ragione, oltre che costruito muri incrollabili di sterili paure e feroci rancori…
In fondo protesto anche per questo!
loredana